«Arciconfraternita di Maria SSma Madre della Salute»
L'«Anno di San
Giuseppe» indetto da Papa Francesco ha innescato una ricerca di documenti che
dessero argomentazioni per una degna Celebrazione e studio, stando a quanto
Papa Francesco sollecita nella Lettera Apostolica "Patris
Corde": «Lo scopo di questa Lettera Apostolica è quello
di accrescere l’amore verso questo grande Santo, per essere spinti a
implorare la sua intercessione e per imitare le sue virtù e il suo slancio.
Infatti, la specifica missione dei Santi è non solo quella di concedere
miracoli e grazie, ma di intercedere per noi davanti a Dio, come fecero Abramo
e Mosè, come fa Gesù, «unico
mediatore» (1 Tm 2,5), che presso Dio Padre è il
nostro «avvocato» (1 Gv 2,1), «sempre vivo per intercedere in [nostro] favore»
(Eb 7,25; cfr Rm 8,34).
Gesù ha detto: «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29), ed
essi a loro volta sono esempi di vita da imitare. San Paolo ha esplicitamente
esortato: «Diventate miei imitatori!» (1 Cor 4,16).
San Giuseppe lo dice attraverso il suo eloquente silenzio.»
Dalle polveri
dell'Archivio emerge una pubblicazione del 1869 dedicata alla «Arciconfraternita
di Maria SSma Madre della
Salute» così presentata: «L'idea qual fu concepita si esegui: e la Pia
Unione sotto l'invocazione di Maria SSma Madre della
Salute, e dei SS. Giuseppe di Lei Sposo, e Camillo De Lellis,.veniva eretta in Roma nella Chiesa di S. Maria Maddalena dei
PP, Ministri degl'Infermi nel di 15 Giugno 1860 con approvazione e Rescritto
dell'Emo Card. Costantino Patrizi Vicario Generale della Santità di Pio Papa
IX. Quanto questa fosse di gradimento ai fedeli, e giovevole, allo scopo, a cui si dirigeva bene addimostrar
si potrebbe colla gara suscitatasi tra i devoti nel celebrare con una pompa veramente
solonne il seconda Centenario della Inconorazione della Imagine in
discorso, fatta già dall'insigne Vaticano Capitalo nell'anno 1668.... (omissis)
gli omaggi della loro divozione; quali per verità si
appalesarono maggiori per numero, e più belli per la intensità dello affetto.
E fu appunto
alla vista del rinnovato, e sempre crescente concorso ail'Altar
di Maria, che un Fratello dei già nominati Ministri degl' Infermi,
per nome Ferdinando Vicarj concepi
idea di stringere quei devoti con un vincolo religioso, fondando una Pia
Unione, che s'intitolasse di Maria Madre della salute. E poichè
scopo della medesima avrebbe dovuto essere procurare ai fedeli un valevole
patrocinio onde riportare la salute non solo del
corpo, ma principalmente quella eterna dell'anima, della quale solennemente
decide l'ultimo istante.. della vita, la morte; cosi è che alla prima idea .altra ne succedeva quella cioè di aggiungere al patrocinio
della Vergine intercessione dei SS. Giuseppe di Lei Sposo, e Camillo De Lellis,
principali
protettori, come ognun conosce, della morte....»
La
pubblicazione inizia con notizie del Quadro donato dalla Nobil
Donna Romana alla morte di San Camillo (1614), e dei primi 200 anni di grande
devozione del Popolo Romano che elesse la Parrocchia di S. Maria Maddalena come
Santuario. Ma di questo abbiamo ampia documentazione e
quindi lasciamo. Quanto invece ci colpisce e sorprende è l’associare
il nostro S. Camillo a S. Giuseppe con la definizione di «principali protettori, come
ognun conosce, della morte....»
San
Giuseppe principale
protettore della morte
Talmente ne
era convinta la Comunità della Parrocchia di S. Maria Maddalena che nel 1869
commissionò al pittore Agostino Gagliardi (1809-1890) una Pala d’Altare per la
Cappella delle Reliquie dedicato al “Transito di S. Giuseppe assistito da Maria
e Gesù”.
San
Camillo principale protettore, come ognun conosce, della morte
Era ben conosciuta la attività accanto ai morenti di P. Camillo quasi un
accanimento di lotta nel contendere l’Anima al nemico. Ed anche i suoi Religiosi
si comportavano come il Fondatore, e segnaliamo per chi ha la “Vita
Manoscritta” del P. Sanzio Cicatelli, se interessato a ripassare il rapporto
descritto di vari episodi a Genova.
L’agire del P. Camillo era
fondato su profonda motivazione teologica, che un suo diretto allievo, il P.
Giovanni Battista Novati, dai
contemporanei stimato “Alter Ego Camilli”,
tradusse in altissima e finissima Teologia quanto il Fondatore viveva e
ispirava.
“Breviter” il P. Novati afferma che nello stare della Madonna ai piedi della Croce durante
la Passione e morte del Figlio, vede l’Antesignana e il modello dei Ministri
degli Infermi. Sul Golgota la Madre di Dio fu la “vessillifera”
dell’Istituto. I Ministri degli Infermi, nell’assistere i moribondi, devono essere
forti contro il nemico del genere umano, essendo sotto la guida della
fortissima “leonessa” che diede alla luce il Leone di Giuda.
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