di
Fernanda Santobuono
In questo particolare periodo dell’Anno Liturgico, in cui compiuto una visita a Trivento, nel luogo dove Padre Camillo iniziò nel 1575 il
Noviziato fra i Cappuccini.
La mattinata di giovedì 9 agosto si è presentata grigia e
piovosa, ma all’arrivo un bel sole ci ha accolti nel
luogo carico di misticismo. Ad attenderci all’ingresso del paese c’era don Gino
d’Ovidio, Sacerdote della Diocesi di Trivento, dove è Vescovo da alcuni mesi S. Ecc. Mons.
Domenico Scotti, da tutti conosciuto come Rettore del Seminario Regionale di
Chieti, avendo ricoperto per tanti anni tale incarico. A don Gino sono affidate le Parrocchie di Duronia e Torella sul Sannio, due
piccoli centri abitati a pochi Km da Trivento. L’ex
Convento dei Cappuccini si trova fuori le mura antiche della città. Con grande gioia
abbiamo constatato che la piazzetta antistante l’edificio, adibito oggi a Casa
di Riposo per le signore anziane e malate, è intitolato “Largo San Camillo de
Lellis”. L’Istituto, dedicato a S. Antonio da Padova, è affidato alle Suore
Francescane della Carità, una Congregazione femminile nata proprio nel Molise, a Montefalcone
sul Sannio.
Accanto all’Istituto c’è
Entrando nell’Istituto, siamo stati accolti da Suor
Rosetta che ci ha accompagnato al piano superiore, dove è custodita la “Cella
di San Camillo”. Nel fare il breve percorso, abbiamo constatato ed apprezzato
la presenza di alcuni simboli che indicano ai
visitatori il tragitto da compiere per giungere fino alla “Cella”. Tutto ciò
sta a sottolineare la devozione che in questa città
viene riservata al grande “Santo della Carità”. La “Cella” si presenta davvero
piccola, e lo fu anche per il nostro “Gigante”, ma il
“Cuore di Dio” è così! Vicino alla porticina, bloccata da un cordone, c’è un
quadro che descrive la presenza del Santo a Trivento
e il pericolo al quale scampò nel raggiungere questo luogo, per intervento
degli Angeli di Dio, che su San Camillo aveva posto il Suo sguardo.
Nella “Cella” tutto è rimasto
com’era. Un’altare, forgiato
su un tronco d’albero, mostra le Reliquie del Santo. Sui muri
alcuni quadri di San Camillo e della Vergine del Rosario di Pompei. In un angolo, la statua del Santo, sorretta da un tronco d’albero.
La presenza del legno d’albero sta ad indicare la forza dell’amore con la quale Padre Camillo affidò la sua Compagnia alla Vergine
Maria, una forza che il teologo Camilliano Novati descrive simile a quella che unisce le radici
dell’albero alla terra.
La luce è tenue e
ai tempi di Padre Camillo proveniva da una piccola finestrella in legno, presente ancora oggi all’estremità di uno dei
quattro muri che misurano non più di due metri!
A questo punto, il Rettore del Santuario ha invitato tutti alla
preghiera e ad un momento di meditazione. Sono questi i luoghi che hanno visto
Padre Camillo soffrire, alla ricerca della sua vocazione e del suo servizio ai malati. Lui che poi è stato il Maestro delle
sofferenze altrui! Questo luogo davvero è vicino a
Dio!
Accanto alla “Cella”, a meno di un metro, c’è il Coro
della Chiesa annessa all’ex Convento. Qui Padre Camillo ha vissuto nella
preghiera assoluta. Sulla volta c’è un’affresco
che lo raffigura accanto al malato. Sull’abside, attualmente
è posto un grande telo bianco che copre l’altare, in fase di restauro. Sul
telo, una bella immagine di Papa Benedetto XVI. Accanto
all’altare, sulla sua destra, è presente una nicchia, con dentro un’altra
immagine di San Camillo.
Prima di ripartire , P.
Cristoforo ha impartito la benedizione in nome di San Camillo, che attraverso i
Suoi figli, ed in particolare il giovane postulante slovacco, oggi è tornato in
questi luoghi cari alla Sua memoria.
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Ecco
alcune vedute di TRIVENTO con l’invito a visitare la pagina
degli “Itinerari Camilliani da
Bucchianico” dedicata a Trivento