Con una solenne Concelebrazione nella Basilica di
San Pietro, domenica 17 ottobre 2004, Giovanni Paolo II ha aperto l’ANNO
dell’EUCARISTIA che si concluderà
il 29 ottobre 2005 con il “Sinodo dei Vescovi”
convocato in Assemblea Ordinaria a riflettere sul tema “L’Eucaristia
fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”.
Anno di
Grazia per tutta la Chiesa che ha nella Lettera Apostolica “Mane nobiscum
Domine” del 7 ottobre 2004 le linee magisteriali per vivere profondamente
la provvidenziale convocazione.
Rileviamo nella
citata Lettera Apostolica
questi passi: “ […] In particolare, mi rivolgo a voi, futuri sacerdoti:
nella vita di Seminario cercate di fare esperienza di quanto è dolce
non solo partecipare ogni giorno alla Santa Messa, ma anche indugiare a
lungo nel dialogo con Gesù Eucaristia.
Voi, consacrati
e consacrate,
chiamati dalla vostra stessa consacrazione a una contemplazione più
prolungata, ricordate che Gesù nel Tabernacolo vi aspetta accanto
a sé, per riversare nei vostri cuori quell'intima esperienza della
sua amicizia che sola può dare senso e pienezza alla vostra vita.”
(n. 30)
Ed ancora:
“L'Anno dell'Eucharistia
sia per tutti occasione preziosa per una rinnovata consapevolezza del tesoro
incomparabile che Cristo ha affidato alla sua Chiesa. Sia stimolo ad una
sua celebrazione più viva e sentita, dalla quale scaturisca un'esistenza
cristiana trasformata dall'amore.” (n. 29)
Ecco,
allora, quanto abbiamo rilevato negli “Scritti” *
di Nicolino, sottoposti ad attenta e mirata ri-lettura con l’occhio e la
mente alle indicazioni del S. Padre. Aveva 16 anni all’inizio dell’anno
scolastico 1958-59, e così scriveva nei suoi “Appunti Spirituali”:
“La
mia vocazione è assicurata da Gesù perché:
-
Gesù mi chiama!
-
Gesù mi aiuta!
-
Gesù mi dà il cielo!
Ecco
perciò i miei propositi:
-
Mi comunicherò con fervore (Gesù mi nutre di se nella santa
comunione).
-
Mi incontrerò spesso col mio Amico del Tabernacolo facendo molte
visitine.
-
Ho la Mamma di Gesù, mi abbandono tra le sue braccia, sul suo cuore.
Ogni giorno mi affiderò a Lei con la consacrazione, la saluterò
col Rosario.
(…) Il cibo che
ci ristora per le fatiche delle lotte, lo troviamo nel Pane degli Angeli:
il sacramento per eccellenza dei puri.” (op. cit. p. 19, 82)
E' Gesù
stesso che lo ha detto. Questo sacramento ancora ci deve portare alla unione
più perfetta che possa esistere dopo quella ipostatica: il mistero
dell'incarnazione. Che verità sublimi! Ah, troppo poco ci pensiamo
a queste meravigliose energie di un Dio che si dona a noi! L'Unione che
noi veniamo ad avere con la divinità dopo la S. Comunione si attua
in due punti: I.unione
sacramentale, che non è altro che l'unione reale del Cristo per
mezzo dell'assimilazione delle s. Specie, II.
unione spirituale con Cristo per mezzo della carità. Il fine ultimo
per cui Gesù si è nascosto nelle S. Specie è quello
di farci raggiungere una unione spirituale con Lui per mezzo della carità.
Vogliamo avere il coraggio di domandarci come sono le nostre comunioni?
Nella maggioranza fredde! La causa di tanto gelo è la nostra ignoranza
nei riguardi di questo augusto sacramento; non ci riflettiamo abbastanza!
la meditazione! In conseguenza a questa ignoranza la volontà resta
inerte. Gesù viene in noi ogni mattina in queste condizioni, povero
Gesù! Proprio noi siamo così... io sono così. Ogni
mattina il povero Gesù soffre freddo, gelo nella mia anima. Mi voglio
impegnare davvero a saper ricevere Gesù. Maria tu sei pratica a
custodire Gesù, insegnamelo, anzi stammi vicina.” (op. cit. p. 43) Una
madre chissà cosa farebbe per essere sempre vicina al figliolo lontano!
ma non può... Gesù invece lo ha fatto. Per noi viene sulla
terra, istituisce l'Eucarestia e rimane con noi per sempre, fino alla fine
dei secoli, prolunga la Sua incarnazione. L'amore misericordioso di Dio
ha previsto le nostre future indigenze ed ha attuato un piano così
misterioso e strabiliante. Noi non potevamo rimanere senza Gesù,
siamo troppo fragili... E'
vero sì che Gesù incarnandosi si è infinitamente abbassato,
ma rinchiudendosi nell'Eucarestia si è disintegrato, quasi potremmo
dire. Il re dei re, il Dio degli eserciti che abbaglia il cielo con la
sua gloria si è nascosto in poco pane... e sta sempre lì,
nascosto, umiliato. Il demonio, il mondo ci sta sempre addosso perché
sa che un giorno saremo i suoi più terribili avversari, perché
gli strapperemo tante anime attanagliate dalla sua morsa. Gesù
sapeva tutte queste cose e perciò ci si è messo nelle mani
quale potente arma di offesa e di difesa. Dovremo lottare e lottare sempre,
come faremo se saremo soli, senza il sostentamento adeguato per l'immane
impresa?”(id.
p.100) Il S. Padre sa
bene che è un cammino e un lavoro spirituale irto di ostacoli e
difficoltà, e ne presenta il “modello perfetto” che può spianare
il percorso: “Ci aiuti soprattutto la Vergine Santa, che incarnò
con l'intera sua esistenza la logica dell'Eucaristia. «La Chiesa,
guardando a Maria come a suo modello, è chiamata ad imitarla anche
nel suo rapporto con questo Mistero santissimo». Il Pane eucaristico
che riceviamo è la carne immacolata del Figlio: «Ave verum
corpus natum de Maria Virgine».
In questo Anno di grazia, sostenuta da Maria, la Chiesa trovi nuovo slancio
per la sua missione e riconosca sempre di più nell'Eucaristia la
fonte e il vertice di tutta la sua vita.” (n. 31) Il
nostro Servo di Dio il
5 ottobre 1960, durante gli “Esercizi Spirituali” in preparazione della
Vestizione dell’Abito di San Camillo, ci rivela che lo aveva ben compreso
e che era pronto e determinato a seguire le tracce materne: “Abbiamo
un altro Vangelo non scritto, vivente: la Vergine Immacolata.
Questo è un Vangelo chiaro e leggibile da tutti, anche dagli analfabeti.
Tutti possono imparare: il Vangelo è amore. E chi
ha amato Gesù più di Maria?
Neanche l'amore di tutte le mamme messe insieme è paragonabile a
quello che Maria ebbe per il Suo Figlio divino. Un amore che è proprio
della Madre di Dio, della Sposa dello Spirito Santo. Voglio
andare a Gesù per mezzo di Maria,
per Mariam ad Jesum”. * “UN AMORE GIOVANE
- Scritti di N. D’Onofrio”“Nell'ordine
umano l'amore materno è quello supremo, il più vero e disinteressato.
Eppure ci dice Gesù che se anche una madre, eccezionalmente, non
amasse il proprio figlio, Lui ci amerà sempre. Ma cosa può
essere l'amore di una madre a confronto con quello di Dio? L'amore fa desiderare
essere vicini alla persona amata.